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XL. Mostra antologica di Dario Carmentano a Matera

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Sabato 17 dicembre dalle 18 ha aperto a Matera la mostra antologica di Dario Carmentano, la cui preparazione, cura e organizzazione ha richiesto oltre un anno. Il progetto è a cura di Donato Faruolo, coltissimo curatore multitasking, ed è finanziato e organizzato dalla Fondazione Porta Coeli di Venosa (PZ) presieduta dal Prof.
Aniello Ertico.

La mostra si tiene presso Palazzo Malvinni Malvezzi in Piazza della Cattedrale fino al 14 Gennaio 2023.


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Dopo la mostra alla Fondazione SoutHeritage di Matera del Dicembre 2021, Dario Carmentano torna nella sua città con una enorme antologica che presenta quasi 40 anni di impegno intellettuale e indagine culturale ai messimi livelli. Dario è l’artista sottile, colto e ironico che tutti vorrebbero come amico. Un faro affettivo e culturale di quelli che ti aprono lo sguardo e riconnettono cuore e conoscenza.

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Ci sono 40 anni di lavoro, dall’antica passione per la grafica alla ricerca concettuale basata sul paradosso creativo, dalle installazioni nei teatri fisici e metafisici del mondo alla recente pittura, una delle più potenti e raffinate che ci sia in circolazione al momento, di cui i miei collezionisti posseggono opere davvero illuminanti.

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Un’occasione per tornare nella città dell’uomo eterno, esempio universale di architettura proveniente dall’arte di costruire, accogliere, convivere e incontrarsi, e rivivere, con esperienza diretta, fisica e metafisica, anche le sei opere del progetto Matera Alberga, una delle quali proprio ad opera di Dario presso le Dimore dell’Idris: La Fonte del Tempo, dove sono richiesti 10 minuti per riempire un bicchiere d’acqua, alla maniera degli antichi viandanti che venivano a ristorarsi durante i lunghi cammini e le migrazioni.

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Ci saranno diverse serate e organizzeranno happening e confronti come piace a noi, di quelli divertenti che producono esperienza e conoscenza. Indagheremo con l’artista valenze e valori che innervano le nostre vite e, attraverso le opere, danno forma al nostro specchio fedele e laterale sulle radici che alimentano il presente e spiegano il futuro. Come tutti i grandi artisti, per 40 anni Dario ha smontato gli elementi che compongono la realtà narrata dal mainstream per ricomporne diversamente gli elementi vitali e raccontare alla sua maniera tutto quello che ha influenzato la nostra psiche per decenni, indagando secoli di leggi, regole, politiche, interdizioni e imposizioni invisibili allo scopo di portarne in emersione le reali verità da riscoprire per vivere senza mappe geografiche a impedire il cammino. Nei limiti, come dice Ugo Morelli, ma senza confini.

imageA volte lo ha fatto con l’ironia del paradosso creativo di matrice duchampiana, altre volte ha usato il disegno, la scienza suprema, come la chiamava Leonardo Da Vinci, con cui si estraggono le componenti invisibili della realtà reale, quella che conta, se usi la matita come dispositivo di ragionamento sensoriale. Sopra, un’opera della mostra OSSIMORI andata in scena a Matera nel 2005 quando Dario aveva già capito che le hidden cultures dei popoli sottomessi, colinizzati o depredati dalle grandi potenze avevano dei semi istitutivi fondamentali per la nostra crescita culturale e psichica, e i colonizzatori ne avevano nascosto le valenze abbellendo di folklore inutile e velenoso le caratteristiche banali, esaltando natura e doti fisiche invece che culture e capacità sostenibili di creazione del valore.

imageDa qualche anno usa di nuovo la pittura per sezionare e riformulare diversamente gli spazi in cui vivamo e gli oggetti di uso quotidiano, scoprendo che somiglia tutto a quanto ci è stato consegnato intatto da quelli che chiamiamo trogloditi; i nostri avi, molto più informati di noi, che da almeno 465mila anni, sulla Murgia materana, hanno costruito habitat e città rupestri in cui vivere e convivere, imparando a costruire città come quella dei Sassi dove 6mila anni sono trascorsi senza un giorno di guerra e in armonia.

Come in un alveare, non come in un presepe; un’immagine banale, retorica e vacua che si usa per indicare un luogo ideale ma inesistente, offendendo la memoria di migliaia di materani che i Sassi li hanno vissuti e consegnati alle future generazioni ogni giorno, mentre un presepe si usa per un giorno poi si spegne.

Dario si è cimentato con ogni tipo di mezzo e di linguaggio e ha sempre tenuto la barra dritta sull’indagine intellettuale attraverso l’intelligenza e l’immagine sapiente. Qui puoi vedere EXTRACREATO, un raffinato video di 59 secondi che ha fatto il giro del mondo tra festival e mostre d’eccezione.

imageDurante i nostri incontri, come durante i tanti workshop che teniamo in tutta Italia, esploreremo il pensiero laterale di Carmentano imparando a usare il nostro sguardo critico e stimolante. Perché artisti come Dario trasmettono la strumentazione emotiva e culturale per non dipendere più da nessuno e imparare a dialogare con tutti e con tutto tenendo lo sguardo al riparo da suggestioni effimere e avvelenanti.

Giovedì 22 alle 19, ad esempio, abbiamo visitato la mostra con l’artista e decine di amici da tutta Italia per ripercorrere i passaggi salienti della sua ricerca che parte dalle identità territoriali più forti ma ne genera i semi per costruirne di nuove, potenti e universali.

Qui puoi leggere il mio articolo sulla mostra scritto il 25 Dicembre 2022 per Art a part of Cult(ure), e vedere le tante immagini della mostra.

Buon Natale regale senza regali che non rispettino i natali. E guarda che l’arte ti riguarda.

Francesco Cascino
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