
Attraverso la proiezione delle opere più rappresentative della storia dell’arte e della storia del mondo, abbiamo ragionato insieme sull’enorme differenza tra arte e comunicazione pubblicitaria: praticamente la differenza tra indagine e immagine.
Siamo arrivati alla conclusione che l’arte indaga i bisogni primari dell’uomo, quelli invisibili, le ansie, i desideri, la spinta all’affermazione sociale, umana, sentimentale e, nel tentativo di risolverli, innesta nelle sue opere enormi quantità di informazioni su storia e storie, su filosofia e filosofie, sulle mille realtà possibili e le mille interpretazioni della realtà. Dando loro una forma visibile. La pubblicità invece il bisogno lo induce ed è per questo che poi bisogna ideare sempre nuove campagne, pagandole. Perché risponde alle mode, non alla materia permanente di cui siamo fatti, quella emotiva.