Il rumore del silenzio.
SC da 20 anni fotografa in modalità indagatoria, alla maniera degli artisti, luoghi del divertimento artificiale, navi da crociera, parchi a tema, souvenir, sintetico urbano (come i primi centri commerciali), immagini sacre realizzate per turisti religiosi; insomma tutto quello che serve per vendere fast good a chi ha fretta.
Non a caso sintesi chimica e sintesi dialettica condividono lo stesso sostantivo ed entrambi sono figli di un’epoca dell’eccesso di velocità, la voracità di fare esperienze che poi, per la troppa superficialità, si riducono a un selfie e nessuna vera memoria interiore e preziosa. SC l’aveva previsto sin dall’inizio degli anni Duemila. Nelle sue foto di aquafan, navi da crociera, piste da sci, parchi divertimento, shopping mall e altri non luoghi di tutto il mondo, rigorosamente anticicliche rispetto al periodo di utilizzo, (quindi quando questi contesti sono vuoti e silenti) l’artista racconta la vera verità sul divertimento forzoso, i luoghi sintetici dove crediamo di aggregarci e rispondere al nostro bisogno di affetto e di incontro mentre, al contrario, siamo sommersi da ogni genere di rumore. E lo fa col silenzio dell’immagine.
Fotografati durante i fermi stagionali, questi luoghi tradiscono la loro vera natura e trasmettono la verità cruda dei loro vuoti interiori; il loro silenzio trasmette la verità molto più di mille parole.
L’ultima serie, quella dei gonfiabili fotografati nelle montagne abruzzesi, i luoghi del terremoto, è stata acquisita dal MAXXI di Roma e sarà esposta al nuovo MAXXI de L’Aquila il 6 Novembre 2020. Una carriera ineccepibile fatta di rigore scientifico e mediale, una capacità di anticipare gli inquietanti silenzi della quarantena quando ci scopriamo soli e indifesi, a dispetto delle immagini di gioia e di folle festose che i produttori di divertimento trasformano in verità assolute quando è il momento di vendere fast love. La ricerca di SC la puoi vedere pubblicata in circa 60 articoli tra Wall Street Journal, New York Times, CNN e due libri con la prima casa editrice del mondo, Hatje Cantz, che gli sta dedicando mille attenzioni da anni, insieme ai migliori network internazionali.
Le opere devi immaginarle grandi, appese a parete ad altezza occhio, che ti entrano dentro e ti parlano di un mondo, il tuo mondo, attraverso il silenzio necessario delle nostre interiorità. Per me che lo seguo dal 2006 è un gigante della contemporaneità. SC lavora anche con me e con i partner di Arteprima Progetti, sia per la progettazione culturale per imprese e istituzioni, sia per la rigenerazione urbana e territoriale.
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