AB, le voci di dentro viste da fuori
Ad AB mancherebbe la C per spiegare in una sintesi estrema sia il pensiero, sia la passione che si celano dietro la sua ricerca. AB vive a Roma ma è anche maestro di sci e guida di montagna, ed è spesso sulle sue montagne, non solo in Abruzzo ma su tutto l’Appennino italiano, che una volta ha persino percorso tutto a piedi, da Sud a Nord, per poi farne opera d’arte complessiva e narrativa.
Un territorio incredibile, potentissimo e selvaggio raccontato attraverso l’unica strumentazione poetica che trasferisce il pathos di cose, luoghi e persone: la pittura.
AB quindi costruisce o, meglio, ricostruisce l’ABC della vita: natura, desideri, passioni, umori, amori, sogni, bisogni, vocazioni, vento, sete, fame, freddo, dolore e colore non possono essere toccati nella loro essenza; eppure sono il nostro DNA, la materia impalpabile di cui siamo fatti. Convivere con le opere di AB ci riporta a noi stessi, alle nostre intimità più profonde, preziose ma soprattutto vitali. Guardatele bene, sentirete le voci di dentro riprendere fiato e tornare a scorrere nelle vene. (Continua)
I laboratori partecipativi e i Community Projects
AB ha lavorato con le comunità degli Indiani d’America a New York e in New Jersey, è stato sui monti dell’Atlante in Marocco, ad Amatrice, su tutto l’Appennino abruzzese colpito dal terremoto, e in molti altri luoghi dove le identità profonde e autentiche delle popolazioni autoctone vengono nascoste per far posto alle immagini banali per turisti, di fatto cancellando genius loci e dignità delle persone ma anche valenze e valori utili al mondo.
L’artista, eclettico e motivato da una antica sapienza che riporta in condizione di essere "usata" nel nostro presente, considera il Mediterraneo un lago di montagna, e l’Appennino e la catena montuosa mediterranea per eccellenza perché unisce il nord e il sud, l’est e l’ovest. Potente ma fragile sia geologicamente, sia socialmente. La sua arte contiene l’intento emotivo, morale e concreto di ricucire e curare territori fratturati.
Attraverso il suo lavoro, fatto di autentica partecipazione fisica, metafisica ed emotiva, AB ricongiunge anime e corpi, ridando forma a tutti quei valori che i luoghi e le persone esprimono, partendo proprio dalla relazione tra corpi e spazi. A volte lascia tele bianche per notti intere sui monti; quando pecore e lupi, i due opposti, ci sono passati sopra lasciando le loro tracce, insieme ai bambini e alla comunità intera, attraverso pittura collettiva, ricostruisce quella relazione che, essendo notturna, noi non vediamo nè percepiamo, pur vivendo lì a pochi metri dalla meraviglia. L’opera è la prova dell’esistenza dell’invisibile e resta a testimonianza e memento per sempre.
Se questa non è empatia, se questo non è genio necessario.
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