Eugenio T. artista della ricomposizione intelligente
Piemontese, classe 1978, sin dagli inizi dei suoi studi Eugenio è attratto dalle dinamiche delle aree marginali, ma non in termini retorici; gli interessano sia i problemi, sia le opportunità che queste offrono, soprattutto le risultanze formali ed estetiche delle identità di quei luoghi, da cui si comprendono mille parallelismi.È un’artista sensoriale e intellettuale allo stesso tempo, ha anche vissuto e lavorato a Napoli per 17 anni (oggi vive a Torino), proprio perché la sua ricerca sottile e raffinatissima va oltre la retorica del caos e cerca di comprendere le vere geometrie auree e le ragioni istintuali che si nascondono dietro il disordine, per restituirci verità scomode ma oneste.
Quelle che vogliono le persone integre, autonome e coraggiose.
I margini esprimono una condizione culturale che cambia e influenza il modo di vivere di chi le abita, e innescano vere e proprie dinamiche mentali, che riscrivono le regole dell’estetica e della socialità, dice l’artista. In contemporanea porto avanti progetti che analizzano aree Italiane come Roma, Licola Mare, Verona, Catanzaro, Torino. La mia ipotesi di ricerca, basata su regole determinate attraverso le esperienze nel margine, diventa metodo; una logica, una griglia di lettura applicabile e (rilevabile) tangibile.
Ad oggi il mio lavoro si concentra su ricerche che spaziano in ogni luogo studiano i rapporti economici ed evolutivi che determinano i cambi culturali L’idea è tracciare i legami, trovare le connessioni che spesso non passano per i centri cittadini, ma che si esplicano nel margine per riuscire a dare una rappresentazione estetica e proporre un’alternativa evolutiva. Il margine diventa non più un luogo fisico ma prima di tutto uno spazio mentale una forma di ragionamento che mi accompagna in ogni ricerca e mi permette di osservare, rilevare i cambiamenti nel momento stesso in cui avvengono, indagare e portare alle luce le immagini, palesare le dinamiche a cui i territori ci sottopongono e tentare di teorizzare canoni da poter riapplicare.
Attraverso installazioni specifiche provo a restituire al "territorio" stesso un’immagine complessiva che spesso non conosce, dare una identità alle relazioni, innalzare le dinamiche, apparentemente casuali a vere e proprie costanti. (E.T.)
Ponendosi quindi come strumento di misurazione e interpretazione di una contemporaneità sempre più schiacciata dal modernismo dei sistemi che usa la suggestione facile per far passare inosservati i suoi dispositivi di controllo subliminale, le opere (ci) presentano dettagli specifici ma invisibili di una realtà spesso mediocre e imperfetta. In questo modo l’interesse si sposta dal centro all’esterno, in un dialogo con tutte quelle pratiche, non riconosciute né accolte dal pensiero prevalente che, mosse da un estremo dinamismo, determinano i cambiamenti dell’estetica dei nostri luoghi e del nostro tempo.
Influenzando la nostra vita, la nostra vista, la nostra visione.
Se vuoi maggiori informazioni o sei interessato all’acquisto delle opere attraverso la sua galleria, con la mia mediazione culturale, scrivimi qui.
Qui sotto: Installazione in una chiesa