Stati Generali Mondo Lavoro della Cultura, WeGil, Roma, 14 Novembre 2024.
Una giornata di brain storming fantastica, davvero pregna di stimoli, idee e confronti preziosi ed evolutivi organizzata da Piercarlo Barberis e Nicola Usai che mi hanno scelto come Panelist e Moderatore. Quando ho cominciato a moderare l’incontro, che ha visto molti relatori avvicendarsi sui temi della cultura come matrice unica e indispensabile ad ogni attività umana e lavorativa, ho intervistato Nunzia Catalfo, ex Ministra del Lavoro e attuale CdA Member di INAIL, tenendo la discussione sul tema dell’Art Thinking: come facciamo a riportare artisti (alcuni), curatori (titolati) e art thinking nei processi decisionali, progettuali ed esecutivi di imprese e istituzioni, com’è stato per millenni con i risultati eccezionali visibili a chiunque? Nunzia ha risposto come avrebbe risposto Cosimo de’ Medici: facciamolo subito.
L’arte non è fantasia, è creatività di senso, scienza suprema, strumentazione emotiva e cognitiva indagatoria che dialoga direttamente con la ghiandola pineale come nessun altra modalità riesce a fare. Se aggiungiamo all’arte visiva la musica, il teatro, la letteratura, l’architettura, la performance, la poesia, la danza, ma sempre di massimo livello, dove la ricerca ha la parte da protagonista rispetto alla mera ed effimera suggestione, il mix è assolutamente imbattibile.
Dopo 20 anni esatti di progettazione culturale art thinking oriented, sappiamo bene che l’arte può scoprire nuovi mondi e nuovo modi ogni giorno e così, come ci ha detto anche il nostro Massimo Maggio (Cultural strategies Director di Art Thinking Project), può persino ridurre i rischi sul lavoro, occupandosi efficacemente di una tragedia universale ormai insopportabile, intervenendo su strumenti di protezione e coscienza collettiva, e produrre nel frattempo nuove opportunità professionali, nuovi lavori, nuovo lavoro.
Esperti di turismo culturale, archeologi, economisti e direttori di museo si sono avvicendati con passione e competenza. Persino due massimi gradi dell’Esercito italiano ci hanno fatto sognare, spiegandoci come funzionano i loro fertilissimi dipartimenti culturali e come, se lanciamo la sfida dell’art thinking a monte di ogni processo della vita pubblica e dell’impresa insieme all’INAIL e a tutti gli altri, loro saranno in prima linea, è il caso di dirlo. Come sono sempre stati, a dispetto delle credenze superficiali; basti guardare il nostro Genio militare.
Per cui ho detto basta con la teoria, dal canto mio: ci vuole una nuova alleanza tra accademici, politica, musicisti, professionisti, architetti, urbanisti, imprenditori, militari e curatori e artisti relazionali e strutturisti, di quelli che vivono la progettazione in prima persona e che costruiscono reali esperienze da 20 anni. Ci vuole il ritorno immediato delle competenze al comando; dopo 30 anni di slogan sulla meritocrazia per poi piazzare raccomandati e amici ovunque, è il tempo di verificare i risultati e i track record delle persone, e di ripensare le organizzazioni complesse con l’aiuto di chi ogni giorno formalizza sogni e bisogni astratti ma vitali, visto che la nostra è una natura simbolica, non banalmente pragmatica.
Ma proprio per questo molto più risolutiva. È un tema di soft skill e di umanesimo. La storia insegna.
Stay tuned. Il mondo evolve, l’Art Thinking risolve.
Francesco Cascino
Art Consulting and Cultural Projects
Co-Founder, President e Art Director of Art Thinking Project