Shiva A
Una meravigliosa artista, nata in Iran che ha sempre girato il mondo e studiato ovunque, non poteva che coniugare radici e universalità delle identità con cui è stata nutrita. Il modo con cui lo fa è ancestrale ma anche atavico, richiama sia Le Mille e una notte, sia Matrix, sia La Divina Commedia, sia Metropolis e dalla memoria non trae ricordi ma immaginario biblico con un ordine tutto suo. Usando ogni tipo di media, dalla pittura al video, dalle installazioni all’acquerello, è in grado di evocare immaginario da ogni fonte dell’inconscio, e inserire dolcezza dove c’è stata guerra, violenza, sopruso machista in nome di un credo religioso.Il carattere, allo stesso tempo persiano e indiano che si percepisce nelle opere, ne individua la personalità profonda e la visione universale. Poesia e denuncia ne fanno una ricerca che segnala la tragedia e allo stesso tempo offre la soluzione. C’è una consanguignità tra tutti gli abitanti del pianeta e le religioni vogliono dividerci sulla scorta di presunte distanze; nelle sue opere possiamo vedere quanto si sbagliano. Le diversità sono vitali e creano un mondo fatto di Quanti culturali fertili e vivaci che vivranno e danzeranno per sempre.
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