Danilo B. La danza dei desideri, la forma del nostro IO
Sappiamo bene che siamo fatti di follia, basti guardare come sogniamo, ben oltre la narrazione che il mainstream ci costringe a fare di noi stessi, e ben oltre le paure che ci instillano, quelle per cui poi non riusciamo a danzare tra i desideri della vita dando loro una forma attraverso il corpo. A parte i grandi danzatori, i Dervishi, e tutta l’Africa tribale, in Occidente ormai la danza interiore la puoi solo dipingere. Per questo motivo, chi vive con un’opera di Danilo B. impara ad ascoltare i propri sogni danzare, vede i neuroni che si inseguono in contorsioni erotiche da far girare la testa, in ogni senso, e sente il profumo emotivo della libertà di espressione, quella che traduce poi la nostra biologia, mica altro.La danza della pittura è unica e inimitabile, inevitabile, ingestibile e desiderabile.
È la poesia del fiume che supera gli argini, rompendone la violenta coercizione a cui è sottoposto, ed è la voglia, la passione, l’eros e la fluidità della vita che prende forma e non si ferma. Il tempo si allunga a dismisura e ogni percezione del mondo aumenta, mentre diventa la chiave con cui l’enigma disvela il non detto; la stessa forza, la stessa potenza del mistero profondo risale in superficie per farsi opera d’arte, armonia, disordine creativo e fluido seduttivo.
Ognuno ci vede quel che vuole e ognuno vede sé stesso.
Francesco Cascino
Gennaio 2025_
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